di Giulio Azzolini
Heligoland è il disco del ritorno: dei Massive Attack a quello che sanno fare meglio, del sound di Bristol, del trip-hop di qualità, della musica potente, ammantata di colori scuri eppure pieni zeppi di sfumature in cui perdersi. Sono passati 7 anni dal diverso ma comunque riuscito 100th Window – no, la colonna sonora di Danny The Dog non la contiamo – e quasi 20 dal loro esordio ma Robert “3D” Del Naja e Grant “Daddy G” Marshall hanno dato alle stampe un disco freschissimo e concreto, fatto di belle canzoni.
E, se ve lo steste chiedendo, c’è un certo parallelo tra il comeback dei Massive Attack e quello dei Portishead di due anni fa: Heligoland è però un album più diretto e con meno fronzoli del pur splendido Third. Più pop, in poche parole.
I tanti ospiti che costellano la tracklist – Damon Albarn, Tunde Adebimpe dei TV On The Radio, l’incantevole Martina Topley-Bird, Horace Andy, Hope Sandoval e Guy Carvey – non sono lì tanto per fare scena ma scolpiscono e caratterizzano con classe ogni pezzo, regalando a ognuno un’identità ben precisa.
Suoni pazzeschi e incedere pachidermico sono i primi biglietti da visita del disco che, ascolto dopo ascolto, si svestirà sempre di più fino a mostrare, semplicemente, delle ottime canzoni come Pray For Rain, Babel, Saturday Comes Slow e Atlas Air in cui lo spirito di DJ Shadow aleggia senza timidezza. E quando crederete di aver finito di sviscerarlo, ne vorrete ancora, magari dopo aver fatto un nuovo giro su Mezzanine. I Massive Attack sono tornati. Punto.
Non sono convinto. Sono d’accordo quando parli dei bei suoni del disco. Credo che sia formalmente e stilisticamente sensazionale..ci sono dei passaggi di una classe incredibile…ma in fondo, la mia sensazione, è che sia sostanzialmente molto freddo e vuoto come album….non c’è cuore
Non sono convinto. Sono d’accordo quando parli dei bei suoni del disco. Credo che sia formalmente e stilisticamente sensazionale..ci sono dei passaggi di una classe incredibile…ma in fondo, la mia sensazione, è che sia sostanzialmente molto freddo e vuoto come album….non c’è cuore
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Eppure ‘sto disco non riesce a lasciare né le mie cuffie né lo stereo della mia macchina. Freddo? Forse, ma non perché poco sentito da Massive Attack… Magari per le atmosfere: “Heligoland” sarebbe un’ottima colonna sonora per “Heavy Rain”, videogame di sconvolgente bellezza.
Ho letto la tua recensione: il disco ha smesso di parlarti dopo qualche ascolto. A me non è capitato ma tieni anche conto che adoro – senza se e senza ma – il passo dei loro dischi.
Io sono un loro fan come te…ma come ti ho detto ho proprio la sensazione che sia fatto senza cuore. E’ un disco bello senz’anima. Ovviamente poi sono anche gusti 🙂 è normale
Chiaro :-D.